Storia - FC Barcelona

Sab, Apr 20, 2024
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Storia del FC Barcelona

Origini (1899-1908)

L'annuncio apparso su Los Deportes del 22 ottobre 1899: Il nostro amico e compagno Sig. Kans Kamper, della sezione Calcio della "Sociedad Los Deportes" e già campione svizzero, volendo organizzare alcune partite a Barcellona, chiede che chiunque ami questo sport lo contatti recandosi nel suo ufficio il martedì o il venerdì sera dalle 9 alle 11.Il 22 ottobre 1899 Hans Gamper diffuse un annuncio pubblicitario sul giornale Los Deportes, dichiarando la sua volontà di formare un club calcistico. Il riscontro fu positivo, come dimostra un incontro al Gimnasio Sole il 29 novembre. Erano undici i giocatori presenti: Walter Wild, Lluís d'Ossó, Bartomeu Terradas, Otto Kunzle, Otto Maier, Enric Ducal, Pere Cabot, Carles Pujol, Josep Llobet, John Parsons e William Parsons. Sotto la presidenza di Walter Wild, eletto per ragioni di anzianità, era nato il Foot-Ball Club Barcelona, che alla fine del 1899 contava già 32 soci. La conseguenza immediata della fondazione del FC Barcelona fu che altri club calcistici spagnoli, su tutti il Real Madrid e l'Athletic Club, ebbero fondatori britannici e inizialmente adottarono nomi anglofoni.

 

La leggenda vuole che Gamper abbia scelto il colore blaugrana (detto anche azulgrana) sul modello del Basilea, il suo club precedente. Tuttavia si dice che anche altre società svizzere per le quali giocò Gamper (nel suo cantone di origine, quello di Zurigo) e la Merchant Taylors' School di Crosby (in Inghilterra, precisamente nel Merseyside) abbiano funto da ispirazione per la scelta dei colori sociali. Inizialmente la società utilizzò lo stesso stemma della città di Barcellona, ma nel 1910 indisse una gara per designarne uno proprio. La vittoria andò ad un anonimo socio che presentò l'attuale modello.

 

Il Futbol Club Barcelona giocò la sua prima partita l'8 dicembre 1899 nell'ex velodromo di la Bonanova, dove si trova l'odierno Turó Parc. L'avversaria era una squadra di inglesi residenti a Barcellona, che vinsero per 1-0. Il giorno seguente il giornale La Vanguardia pubblicò un'ampia cronaca dell'incontro.

 

Il 18 novembre 1900 Bartomeu Terradas successe a Walter Wild alla presidenza, mentre alla fine dell'anno il club annoverava 51 soci e si avviava a distinguersi come uno dei club emergenti nel panorama calcistico spagnolo. Il 23 dicembre il club affrontò per la prima volta la Sociedad Española de Fútbol, che sarebbe poi diventata l'Espanyol. La partità terminò a reti bianche in un ambiente di assoluto cameratismo. Nelle file dei blaugrana non figuravano stranieri. Intanto Alfonso Macaya, presidente onorario dell'Hispania, offrì una coppa d'argento al vincitore di un tornei denominato I Copa Macaya, poi tramutatosi in Campionat de Catalunya. Il Barcellona si piazzò secondo, perdendo solo una gara.

 

L'anno seguente (1902) gli azulgrana misero in bacheca il loro primo trofeo trionfando nella II Copa Macaya con otto vittorie su otto partite giocate, 60 gol fatti e solo 2 subiti. Sempre nella stagione 1901-1902, in occasione delle celebrazioni per l'incoronazione di Alfonso XIII, a Madrid fu organizzato un torneo detto I Campeonato de España, oggi Coppa del Re. Il club giunse in finale, venendo sconfitta per 2-1 dal Club Vizcaya, l'attuale Athletic Club.

 

Il 5 settembre 1902 Paul Haas subentrò a Bartomeu Terradas. La stagione 1902-1903 fu caratterizzata dalla disputa della Copa Barcelona, preludio del campionato catalano. Il trofeo fu pagato dai soci del Barcellona (circa 250) con due pesetas e quaranta centesimi ciascuno e fu vinto dai blaugrana dopo due combattute sfide contro i rivali cittadini dell'Espanyol.

 

L'annata successiva vide il venticinquenne Gamper ritirarsi dal calcio giocato per dedicarsi a tempo pieno ai suoi compiti amministrativi, anche se sarebbe sceso in campo in alcune isolate occasioni. Il nuovo presidente era Arthur Witty. Intanto il Barcellona esordì in terra straniera con una vittoria: il 1° maggio 1904 a Tolosa, in Francia, lo Stade Olympique fu battuto per 3-2.

 

Il 21 giugno 1905 il FC Barcelona si proclamò per la prima volta campione di Catalogna dopo la vittoria per 3-2 contro l'Espanyol, ma al successo fece seguito una stagione di crisi societaria e sportiva, come testimoniano gli ironici commenti della stampa basca dopo la goleada subita dal Barça a Bilbao dall'Athletic Club (10-1). In realtà si trattò di un periodo buio per il calcio catalano in generale, tanto che l'Espanyol sospese l'attività per tre anni.

 

Nel 1908 Hans Gamper diventò il presidente del club per la prima volta. Successivamente occupò l'incarico in cinque periodi diversi (1908-09, 1910-12, 1917-19, 1921-23 e 1924-25) e trascorse 25 anni al timone della società. Il principale successo come presidente fu il fatto di dotare il Barça di uno stadio proprio. Inaugurò anche una campagna di reclutamento di soci, che alla fine del 1922 avevano superato quota 10.000. Gamper acquistò anche giocatori leggendari come Paulino Alcántara, Ricardo Zamora e Josep Samitier, che aiutarono la squadra a dominare sia il Campionat de Catalunya sia la Coppa del Re e a vincere la prima Liga spagnola nel 1929.

 

Fino al 1909 la squadra giocò in vari stadi, nessuno dei quali era di proprietà del club. Il 14 marzo 1909 aprì i battenti lo stadio Carrer Industria (6.000 posti a sedere). Nel 1922 la squadra si trasferì al Les Corts. All'inizio questo stadio aveva una capacità di 30.000 spettatori, che in seguito fu aumentata in modo impressionante fino ad arrivare a 60.000 posti. Fu nel corso di questi primi anni in questi stadi che i tifosi del Barça acquisirono il soprannome di culés (culi in catalano). Lungi dall'essere offensivo, il nomignolo si riferisce ai tifosi seduti sulle file più alte dello stadio, tifosi di cui i passanti al di fuori dello stadio potevano vedere soltanto le natiche. Da allora i sostenitori del Barça sono detti culés. A novembre 2005 si contavano circa 1730 fan club non ufficiali del Barça sparsi in tutto il mondo.

 

Video: Inaugurazione del Camp Nou 24/09/1957

CF Barcelona (1939-1974)

Stemma del Barça durante la dittatura di FrancoDopo la guerra civile spagnola la lingua e la bandiera catalana furono abolite e alle società di calcio fu proibito di usare nomi non spagnoli. Queste misure indussero il club a cambiare denominazione in Club de Fútbol Barcelona e a rimuovere due delle quattro barre rosse dello stemma. Malgrado le restrizioni imposte da Franco il CF Barcelona godé di notevole successo nel corso degli anni Quaranta.

Nel 1945, con Josep Samitier come allenatore e grazie all'apporto di giocatori come César Rodríguez, Antoni Ramallets e Juan Zambudio Velasco, la squadra vinse la Liga per la prima volta dal 1929. Altri due titoli arrivarono nel 1948 e nel 1949. Nel 1949 la squadra vinse anche la prima Coppa Latina.

 

Nel 1953 iniziò l'era di Francesc Miró-Sans, presidente fino al 1961. L'allenatore Ferdinand Daučík e Ladislao Kubala, considerato da molti il miglior calciatore del Barcellona di tutti i tempi, condussero il Barça a vincere cinque trofei diversi, tra cui la Liga, la Coppa del Re, la Coppa Latina e la Copa Eva Duarte nel 1952. Nel 1953 i due contribuirono ai nuovi successi nella Liga e nella Copa del Generalisimo. I trionfi proseguirono con un'altra Copa del Generalísimo nel 1957 e con la Coppa delle Fiere nel 1958.

 

Con Helenio Herrera alla guida tecnica e in squadra un giovane Luis Suárez, Pallone d'Oro 1960, e due validi ungheresi consigliati da Kubala, Sandor Kocsis e Zoltán Czibor, la squadra centrò due accoppiate: quella nazionale nel 1959 e quella Liga-Coppa delle Fiere nel 1960. Nell'edizione del 1961 della Coppa dei Campioni il Barça diventò la prima squadra capace di sconfiggere il Real Madrid in una partita della massima competizione europea, mettendo così fine al monopolio madridista in quel torneo. In quella edizione della Coppa dei Campioni i catalani arrivarono alla finale giocata nello Wankdorfstadion di Berna, dove furono battuti dal Benfica.

 

Gli anni Sessanta furono meno ricchi di successi per la squadra, con il Real Madrid e l'Atlético Madrid che monopolizzarono la Liga. Il completamento dei lavori di costruzione del Camp Nou, nel 1957, fu la principale causa della scarsa disponibilità di denaro da investire in nuovi giocatori. Il decennio, però, vide anche l'ascesa di Josep Fusté e Carles Rexach dalla cantera (il vivaio) della squadra e la vittoria della Copa del Generalísimo nel 1963 e della Coppa delle Fiere nel 1966. Nel 1968 recuperò un po' di orgoglio sconfiggendo il Real Madrid per 1-0 nella finale di Copa del Generalísimo al Bernabéu.

 

L'era Cruyff (1974-1978)

La stagione 1973-1974 conobbe l'arrivo di una nuova leggenda del Barça, Johan Cruyff. Già affermatosi nell'Ajax, Cruyff si guadagnò subito le simpatie dei tifosi del Barça quando dichiarò alla stampa europea che aveva preferito il Barcellona al Real perché non avrebbe potuto giocare per un club associato a Franco. Si ingraziò ulteriormente i tifosi blaugrana scegliendo poi un nome catalano, Jordi, per suo figlio. Nel 1974 la stella olandese aiutò la squadra a vincere la Liga per la prima volta dal 1960. Durante la stagione ci fu anche una clamorosa vittoria per 5-0 contro il Real Madrid allo Stadio Bernabéu. Nel corso della sua militanza in squadra Cruyff fu insignito del Pallone d'Oro per due volte consecutive.

La terza divisa del Barcellona è di colore arancione, come la maglia della Nazionale dell'indimenticato campione.

 

Gli anni della stabilità (1978-1988)

Pur non avendo alcun legame precedente con il club, nel 1978 Josep Lluís Núñez fu eletto presidente. I suoi principali obiettivi erano quello di porre il Barcellona nell'élite dei club sportivi mondiali e dare alla società stabilità finanziaria.

 

Nel 1979 e nel 1982 la squadra vinse due delle quattro Coppe delle Coppe messe in bacheca nell'era Núñez. Nel 1982 dal Boca Juniors fu acquistato per una cifra record Diego Armando Maradona. Il suo periodo al Barça, però, fu breve e privo di successi: l'argentino si trasferì ben presto al Napoli. Nel 1985, con Terry Venables in panchina, il Barça vinse la Liga e nel 1986 raggiunse la sua seconda finale di Coppa dei Campioni, dove fu sconfitta dalla Steaua Bucarest ai calci di rigore.

 

Video: Diego Maradona -FC Barcellona (1982-1984)

Fu nella stagione 1987-1988 che si gettarono le basi per la rifondazione dell'organico della squadra. Il Barcellona non andò oltre il sesto posto in campionato, peggiore piazzamento dal 1942, mentre in Coppa UEFA fu eliminato ai quarti di finale. L'unico alloro fu la Coppa del Re, vinta nella finale di Madrid contro la Real Sociedad per 1-0. Il 28 aprile 1988, però, un fatto eclatante noto come Ammutinamento di Hesperia minò la permanenza di Núñez alla guida del club. Un gruppo di giocatori del Barça convocò una conferenza stampa presso un hotel cittadino, l'Hesperia, chiedendo pubblicamente le dimissioni del presidente. Pochi giorni più tardi, a contesa non ancora sedata, fu nominato il nuovo allenatore. Era Johan Cruyff, grande stella blaugrana degli anni Settanta.

Il Dream Team (1988-1996)
Nell'estate del 1988 Cruyff iniziò ad allestire il Dream Team, la Squadra dei Sogni che derivava il nome dalla squadra di pallacanestro statunitense che giocò alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Solo nove giocatori della stagione precedente rimasero nella rosa, mentre furono investiti ben 2.260 milioni di pesetas nell'acquisto di 13 nuovi atleti: Soler (400 milioni), Bakero (300), Begiristain (300), Valverde (200), Serna (170), Unzué (150), Goikoetxea (150), Eusebio (150), Salinas (150), Aloisio (125), Manolo (125) e López Rekarte (a costo zero). Nel mese di aprile 1989 sarà ingaggiato il paraguaiano Romerito (40 milioni), mentre al gruppo si aggiungerà presto Amor, proveniente dal settore giovanile. Spicca un dato singolare: ben sette nuovi acquisti erano giocatori baschi.

José Mari Bakero, pluridecorato capitano blaugrana degli anni NovantaNegli otto anni alla guida della squadra Cruyff fondò l'ossatura della formazione su giocatori come Guardiola, Bakero, Begiristain, Amor, Goikoetxea, Koeman, Laudrup e Stoichkov, votato Pallone d'Oro nel 1994.

Nella stagione 1988-1989 si riaccese la passione dei tifosi, che fecero registrare un incremento di quasi mezzo milione di spettatori al Camp Nou. Sul campo la squadra battagliò per la conquista della Liga, che finì nelle mani del Real Madrid in un campionato segnato da molte polemiche per alcune decisioni arbitrali. In Coppa del Re i blaugrana furono eliminati ai quarti di finale dall'Altético Madrid, vittorioso per 4-0 allo Stadio Vicente Calderón, ma si aggiudicarono la Coppa delle Coppe 1988-1989, la terza nella storia del club, superando in finale la Sampdoria per 2-0 a Berna. Il 1° aprile 1989 Núñez fu riconfermato presidente con 25.441 consensi, contro i 17.609 dell'antagonista Sixte Cambra.

Nel 1989-1990 furono acquistati il possente difensore Ronald Koeman e il talentuoso attaccante Michael Laudrup. Gli uomini di Cruyff partirono male nella Liga, totalizzando tre sconfitte nelle prime tre partite prima di compiere un prodigioso recupero di posizioni in classifica. Nel finale di campionato sorsero polemiche per un controverso Barcellona-Siviglia, in cui un fallo fuori area ai danni di un sivigliano fu sanzionato con un calcio di rigore ai danni del Barça. Alla fine il titolo nazionale andò al Real Madrid, che distanziò i rivali catalani di 11 punti. La rivincita del Barcellona giunse allo Stadio Mestalla di Valencia nella finale della Coppa del Re, dove gli azulgrana ebbero la meglio sui blancos per 2-0 con reti di Amor e Salinas. La campagna europea fu decisamente meno brillante della stagione precedente, vista l'eliminazione agli ottavi di finale della Coppa delle Coppe per mano dell'Anderlecht.

I barcellonesi tornarono a festeggiare il titolo spagnolo nel 1990-1991. Rinforzata dagli arrivi di Hristo Stoichkov, Ferrer (rientrato dal prestito al Tenerife), Nando e Jon Andoni Goikoetxea, la squadra di Cruyff impose un rigido dominio sulla Liga, anche se dovette rinunciare a Koeman per via di un grave infortunio e a Stoichkov per due mesi a causa di una squalifica rimediata in Supercoppa di Spagna e poi prolungata al campionato. Tuttavia, grazie ad un finale in crescendo, vinse il campionato con 10 punti di vantaggio sull'Atlético Madrid, esibendosi anche in qualche goleada, come quella ai danni dell'Athletic Club, battuto per 6-0 con una quadripletta di Stoichkov.

Verso il centenario (1996-2000)
Il calcio di rigore trasformato da Ronaldo in Barcellona-PSG 1-0, finale della Coppa delle Coppe 1996-1997L'olandese fu temporaneamente sostituito da Bobby Robson, che guidò la squadra per una sola stagione, nel 1996-1997. Nello staff di Robson c'era José Mourinho, assistente tecnico nonché traduttore.

L'allenatore inglese volle in squadra la giovane stella brasiliana Ronaldo, che aveva già allenato al PSV Eindhoven. Oltre al brasiliano la campagna di rafforzamento dei blaugrana previde gli acquisti di Luis Enrique, Juan Antonio Pizzi, Vítor Baía, Fernando Couto, Giovanni e Laurent Blanc. Anche grazie all'annata molto positiva del Fenomeno, laureatosi Pichichi della Liga con 34 gol segnati, il Barça si piazzò secondo a due punti dal Real Madrid di Fabio Capello e riuscì a conquistare un treble di coppe: Coppa di Spagna contro il Betis Siviglia, la Coppa delle Coppe, a Rotterdam contro il Paris Saint-Germain, e la Supercoppa di Spagna (battuto l'Atlético Madrid nella doppia finale). Memorabile rimane la partita di Coppa del Re contro l'Atlético Madrid, sconfitto per 5-4 dai catalani dopo uno svantaggio di 3-0 al termine del primo tempo. L'annata segnò anche l'addio al club di Bakero, che andò a chiudere la carriera in Messico.

Malgrado i successi, Robson era visto soltanto come una soluzione temporanea in attesa dell'ingaggio di Louis van Gaal, che assunse l'incarico di allenatore nell'estate del 1997. Come Maradona, anche Ronaldo restò a Barcellona per un breve periodo prima di essere ceduto in Italia, all'Inter. La perdita di Ronaldo fu compensata dall'affermazione di nuovi fuoriclasse quali Luís Figo, Luis Enrique, acquistato l'anno prima, e Rivaldo, talento proveniente dal Deportivo La Coruña. Tra i volti nuovi c'erano anche Sonny Anderson, Ruud Hesp e Michael Reiziger. Nel 1997-1998 la squadra centrò il double Liga-Coppa del Re, conquistando il titolo con quattro giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. In Champions League fu eliminata agli ottavi di finale dalla Dinamo Kiev.

Persa la finale della Supercoppa di Spagna contro il Maiorca, il Barça continuò male la stagione 1998-1999 e attraversò un periodo di crisi di gioco e di risultati. Nel gennaio 1999 per rinforzare l'organico furono acquistati i gemelli Frank e Ronald de Boer. Intanto, a novembre 1998, si era festeggiato il centenario del club. Malgrado gli affanni iniziali, la squadra blaugrana si confermò poi campione della Liga con tre giornate di anticipo rispetto al termine del torneo. In Coppa di Spagna fu estromessa dal Valencia ai quarti, mentre in ambito europeo ancora una volta non riuscì a tagliare i traguardi sperati: i catalani si arresero al Bayern Monaco e al Manchester United (poi finaliste al Camp Nou) nel secondo girone della competizione.

Il Barcellona della stagione 1999-2000, che aveva acquistato Jari Litmanen, Dani, Frédéric Déhu e Simão, riuscì ad aggiudicarsi soltanto la Copa Catalunya, mentre in campionato si classificò seconda a 5 punti dal Deportivo La Coruña e in Champions League fu eliminata dal Real Madrid, poi vincitore della manifestazione. L'amarezza per l'ennesimo fallimento europeo, accompagnato questa volta da quello spagnolo, e le critiche ricevute spinsero Núñez a porre fine ai suoi ventidue anni di presidenza e a fissare per il 27 luglio 2000 nuove elezioni. Per solidarietà si dimise anche l'allenatore van Gaal. A dicembre Rivaldo era diventato il quarto giocatore del Barça a vincere il Pallone d'Oro.

Riproduzione del logotipo societario al Camp Nou per celebrare il centenario del club (1899-1999)Il nuovo millennio si aprì, dunque, con le dimissioni di Núñez dopo ventidue anni di presidenza. Benché non sempre popolare, come testimoniano le dozzine di voti di sfiducia, le ribellioni dei giocatori (si ricorda il cosiddetto Ammutinamento di Hesperia del 1988) e l'aperta opposizione di Johan Cruyff, Núñez è stato il presidente che ha vinto più trofei nella storia del Barcellona. Durante la sua presidenza le quattro squadre professionistiche del club hanno raccolto 176 trofei: 30 nel calcio, 36 nella pallacanestro, 65 nella pallamano e 45 nell'hockey su pista. Il conteggio comprende un prestigioso poker nel 1999, l'anno del centenario della società, quando le tutte e quattro le squadre furono incoronate campioni di Spagna.

L'era Laporta e il ciclo di Rijkaard (dal 2003)
Parata dopo la conquista della Champions League 2006Alla base del ritorno prepotente del club al dominio nazionale ed europeo nelle stagioni recenti vi è un connubio perfetto tra un nuovo presidente giovane ed entusiasta, Joan Laporta, eletto il 15 giugno 2003, ed un allenatore emergente, Frank Rijkaard, arrivato al Barcellona nello stesso anno. Una delle figure di spicco della nuova gestione è il direttore sportivo Aitor Begiristain, ex calciatore blaugrana voluto nella dirigenza da Joan Laporta. La combinazione sapiente di giocatori di talento (Henrik Larsson, Ronaldinho, Deco, Ludovic Giuly e Samuel Eto'o), elementi esperti (Rafael Márquez e Giovanni van Bronckhorst) e di atleti nativi del luogo (Carles Puyol, Andrés Iniesta, Xavi e Víctor Valdés) è una delle chiavi di lettura delle ottime stagioni disputate dal Barça dall'avvento di Laporta.

Fu anche grazie ad una campagna-acquisti intelligente, e in particolare all'acquisto di Ronaldinho, che la squadra seppe rendersi artefice di un'eccezionale rimonta nella stagione 2003-2004. Il Barça, dodicesimo alla fine del girone d'andata a 18 punti di distanza dal Real Madrid, nel corso dell'annata toccò anche l'ultima piazza, ma riuscì a vincere 17 delle ultime 20 partite e a risalire fino alla seconda posizione finale, a cinque lunghezze dal Valencia campione. Il cammino in campionato fu caratterizzato da una striscia di imbattibilità di 14 partite, mentre in Coppa UEFA fu il Celtic ad estromettere i catalani negli ottavi di finale.

Festeggiamenti nelle strade di Barcellona per la vittoria della Champions League 2006.Dopo i segnali di ripresa arrivati nella seconda parte della stagione 2003-2004, la squadra occupò saldamente il primo posto nella Liga dall'inizio alla fine della stagione 2004-2005, conquistando così il titolo nazionale dopo cinque anni e mettendo in bacheca anche la Supercoppa di Spagna. Tra i tanti protagonisti dell'annata straordinaria si distinse ancora Ronaldinho, poi insignito del Pallone d'Oro 2005. In Champions League il Barcellona fu eliminato dal Chelsea nel doppio confronto valido per gli ottavi di finale (vittoria per 2-1 al Camp Nou e sconfitta per 4-2 a Stamford Bridge).

La stagione 2005-2006, conclusasi con il il double Liga-Champions League, fu una delle più brillanti nella storia della società catalana. In estate la squadra si rinforzò con l'acquisto di Mark van Bommel, ma fu soprattutto il prodigioso talento della rivelazione Lionel Messi a rivelarsi decisivo.

Video: FC Barcellona 2005-2006

Dopo aver battuto ad agosto il Betis Siviglia nella gara valida per l'assegnazione della Supercoppa di Spagna, il Barça vinse la Liga per la diciottesima volta, con dodici punti di vantaggio sul Real Madrid giunto secondo, e la Champions League per la seconda volta nella sua storia. Nel suo cammino verso la finale eliminò negli ottavi il Chelsea (1-2, 1-1, rivincita della Champions League 2005), nei quarti il Benfica (0-0, 2-0) e in semifinale il Milan (0-1 a San Siro e 0-0 al Camp Nou).

La stagione 2006-2007 iniziò con la cessione di Mark van Bommel al Bayern Monaco e gli arrivi dal Chelsea di Eidur Gudjohnsen (per 15 milioni di euro) e, dopo lo scandalo che investì il calcio italiano, di Gianluca Zambrotta e Lilian Thuram dalla Juventus.

Video: FC Barcellona 2006-2007

Dopo aver vinto la sua settima Supercoppa di Spagna nella doppia finale-derby contro i rivali cittadini dell'Espanyol, il Barcellona fu sonoramente sconfitto (3-0) dai connazionali del Siviglia nella partita valida per l'assegnazione della Supercoppa Europea, mancando l'occasione di conquistare per la terza volta il trofeo e la possibilità di vincere tutte e sei le competizioni in cui era in corsa (Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea, Liga, Coppa del Re, Mondiale per club e Champions League). A dicembre 2006 disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, il Mondiale per club FIFA (ex Coppa Intercontinentale). Dopo aver sconfitto i messicani dell'América per 4-0 nella semifinale, cui ebbe accesso direttamente, nella finalissima di Yokohama fu battuta per 1-0 dai brasiliani dell'Internacional di Porto Alegre, perdendo così l'opportunità di mettere le mani sull'unico trofeo che manca nella bacheca della società blaugrana. A marzo fu poi estromessa dalla Champions League 2006-2007 agli ottavi di finale, uscendo dal torneo da campione in carica per opera del Liverpool. In campionato il dominio incontrastato del Barça lasciò il posto ad una serrata competizione con il Siviglia e il Real Madrid, che vinse il torneo per i migliori risultati negli scontri diretti con il Barça, avendo le due squadre chiuso a pari punti il campionato. Anche il cammino della squadra in Coppa del Re si chiuse in modo deludente, in semifinale, dopo una clamorosa sconfitta per 4-0 in casa del Getafe (i blaugrana avevano vinto per 5-2 all'andata).

 

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